La parola Magi è la traslitterazione del
termine greco magos; si tratta di un
titolo riferito ai re-sacerdoti tipici dell’ultimo periodo dell’impero
persiano. I tre re pagani, cioè, di un’altra religione, vennero chiamati magi
non perché fossero versati nelle arti magiche, ma per la loro grande competenza
nella disciplina dell’astrologia. In alcune traduzioni vengono indicati come “uomini
saggi”, termine per indicare i sacerdoti con il carattere di filosofi-scienziati poiché devoti alla
religione filosofica di Zoroastro.
Ad identificarli con i nomi di Melchiorre,
colui che ha una qualità luminosa e che governava sui persiani, Baldassarre, il
protetto del Signore e che regnava sugli indiani e Gaspare, il re della luce e
che regnava sugli arabi, è stata la tradizione cristiana, influenzata da Marco
Polo, che nel Milione scrive: “in Persia è la città che è chiamata Saba, dove
sono sepolti i tre re”; le quali presunte salme sono state trasportate in
diversi luoghi per opera anche di Federico Barbarossa che dopo aver conquistato
Milano da qui le trasferì a Colonia dove riposano, di chiunque esse siano.
Secondo la tradizione cristiana i re magi erano tre perché tre è il numero
perfetto, tre erano le discendenze, i Camiti da Cam, i Semiti da Sem e quella
Jiafetica da Jiafet (figli di Noè), tre erano le età dell’uomo (giovinezza,
maturità e vecchiaia) e tre sono stati i doni: oro segno di Cristo sovrano
dell’universo, incenso segno di Cristo sacerdote e mirra segno della passione e
morte di Cristo. Dal vangelo si evince che i re magi furono guidati da una
stella cometa, che li portò fino a Betlemme; quando arrivarono li si fermarono
da re Erode chiedendo che sapesse dove fosse nato il Re dei Re (così denominato
da loro).
Re Erode pensando che il nuovo Re fosse venuto per usurpare il suo
regno chiese ai re magi di ripassare da lui dopo averlo trovato. Erode così
ordinò alle guardie di uccidere tutti i bambini maschi inferiori ai due anni.
Nella notte Giuseppe e i magi ebbero visione di angeli che dicevano loro di
scappare da Betlemme e ai magi di non tornare più da Re Erode.
testo rielaborato da Chiara Quattrone, III E, digitalizzato dalla prof.ssa Maviglia
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